Ultima modifica: 20 giugno 2015
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Ultima modifica: 20 giugno 2015

Documento dei Docenti dell’I.C. “L. Fibonacci” di Pisa sul DDL Buona Scuola

Il documento è stato firmato e approvato dalla maggioranza dei docenti in data 15/06/2015.

Documento dei Docenti dell’Istituto Comprensivo “L. Fibonacci” di Pisa sul DDL “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti” in discussione alla Camera dei Deputati.

I docenti dell’Istituto Comprensivo “L. Fibonacci”, in relazione al Disegno di Legge denominato “Buona Scuola”, attualmente in discussione in Parlamento, esprimono profonda preoccupazione per il fatto che il Governo, nonostante l’adesione massiccia allo sciopero e alle manifestazioni del 5 maggio da parte di tutto il mondo della scuola, voglia imporre al Parlamento l’approvazione della “sua” riforma della scuola, che porterà un pesante peggioramento nella didattica, compromettendo per la Scuola Pubblica la possibilità di svolgere la sua fondamentale funzione formativa ed educativa.
Gli aspetti della Riforma che destano preoccupazione sono molti e la rendono inaccettabile nel suo complesso.

Di seguito alcuni punti che poniamo maggiormente in evidenza:

  1. Il Disegno di Legge non prevede investimenti sufficienti nella Scuola Pubblica, i cui fondi sono stati pesantemente tagliati in tutti questi anni; mentre si stanziano soldi alle Scuole Private, anche attraverso sgravi fiscali alle famiglie fino a 400 euro per alunno.
  2. In sostituzione dei fondi non erogati dallo Stato, si prevede il finanziamento delle singole scuole da parte di imprese private (che avrebbero, a loro volta, sgravi fiscali e che potrebbero determinare la didattica, con la possibilità di interferire nelle decisioni degli Organi Collegiali) e da parte delle famiglie, attraverso forme quali lo school bonus e il 5 per mille; il che comporterebbe una forte differenziazione tra poche scuole con molti fondi ed una maggioranza senza finanziamenti sufficienti.
  3. La Riforma prevede un potere arbitrario enorme assegnato al Dirigente Scolastico, che andrebbe addirittura a scegliere, all’interno di un Albo Territoriale, gli insegnanti del “proprio” Istituto, individuando poi i “meritevoli” a cui destinare gli aumenti di stipendio, sulla base della valutazione delle loro capacità didattiche. Questo potrebbe compromettere sensibilmente la libertà di insegnamento stessa e potrebbe, altresì,scatenare una competizione tra docenti, piuttosto che alimentare le necessarie cooperazione e collaborazione, che sono invece fondamentali per un ambiente di lavoro coeso e positivo.
  4. C’è il rischio di una completa e totale revisione delle modalità di costruzione e condivisione del Piano dell’Offerta Formativa con una esautorazione del ruolo e della funzione degli Organi Collegiali, con un accentramento delle competenze nella figura del Dirigente Scolastico, che diventerebbe anche l’unico responsabile del periodo di formazione e prova del personale neo immesso in ruolo.
  5. Nel testo de “La Buona Scuola” non è ben definita la figura dell’insegnante di sostegno; le norme che riformeranno tale ruolo non sono incluse nel D. D. L. in discussione in parlamento, ma diverranno legge delega e saranno affrontate dopo l’approvazione del D. D. L. del 17/03/2015. Nella proposta di legge, riguardante la riforma del ruolo e della professionalità dei docenti di sostegno, un punto centrale riguarda la permanenza degli insegnanti specializzati nel ruolo del sostegno: i docenti rischiano di dover coprire il posto organico di sostegno per un periodo non inferiore a dieci anni, assicurando comunque il sostegno agli stessi alunni per la durata di un intero ciclo di istruzione.
  6. La prevista stabilizzazione dei precari coinvolgerebbe solo per 100.701 di essi (su 300.000 che lavorano attualmente nella scuola), limitandosi a quelli inseriti in Graduatoria ad Esaurimento e ai vincitori dell’ultimo concorso; chi sarà assunto sarà obbligato alla mobilità coatta, a fare supplenze brevi su reti di scuole e anche all’insegnamento di “materie affini” su cui non è abilitato e non ha esperienza di insegnamento, con grave danno per la didattica.
  7. Per tutti gli altri precari che lavorano da anni nella scuola (gli abilitati inseriti in 2° fascia, i non abilitati inseriti in 3° fascia e i 1° fascia rimasti esclusi), non è prevista alcuna stabilizzazione, anzi, per coloro che hanno 36 mesi di servizio o li matureranno in seguito, da settembre 2015 scatterebbe il divieto di svolgere le supplenze come lavoratori a tempo determinato; verrebbe così contraddetto e rovesciato il senso della sentenza europea, che chiedeva la stabilizzazione per tutti coloro che avevano 36 mesi di servizio.
  8. Verrebbe snaturato il concetto di organico funzionale per l’ampliamento dell’offerta formativa, prevedendone l’impiego anche per la copertura delle supplenze fino a dieci giorni e rendendo di fatto complessa o impossibile la pianificazione didattica dell’offerta formativa.
  9. Dal Disegno di Legge è totalmente esclusa la Scuola dell’Infanzia, attualmente segmento iniziale e fondativo del percorso educativo della scuola pubblica, formalizzato da anni con l’accorpamento dei tre ordini della scuola di base in Istituti Comprensivi, prevalenti su tutto il territorio nazionale. Anziché promuovere e approfondire la continuità nella programmazione e nella realizzazione di percorsi educativi e didattici in continuità verticale, con adeguati provvedimenti legislativi, si ipotizza, senza alcuna informazione chiara, il passaggio della scuola dell’infanzia ad un segmento 0-6, di maggiore competenza dei servizi del “welfare”, piuttosto che del MIUR.
  10. Per gli studenti delle scuole superiori, sia dei licei che degli istituti tecnici, si prevederebbero centinaia di ore di tirocinio gratuito in azienda, sottratti alle ore di insegnamento/apprendimento e senza alcuna garanzia formativa, con il rischio che diventi semplice prestazione gratuita di manodopera.
  11. La riforma interviene in senso peggiorativo – come il vecchio DDL Aprea-Ghizzoni – sugli Organi Collegiali, riducendo in maniera estrema il ruolo dei lavoratori e rafforzando quello del Dirigente Scolastico e dei soggetti privati, che potrebbero determinare le scelte didattiche degli istituti.
  12. I riferimenti al personale ATA, sono quasi assenti, come se il ruolo di questi lavoratori non fosse essenziale al buon funzionamento degli Istituti e nella legge di stabilità si prevedono ulteriori tagli del personale ATA oltre ad una riduzione ulteriore del personale amministrativo di 2.000 unità, con il rischio di portare al collasso la situazione amministrativa e organizzativa, già notevolmente compromessa.
  13. Col disegno di legge il Governo si attribuisce numerose deleghe su materie fondamentali, sottratte alla necessaria discussione parlamentare.

Il Collegio dell’Istituto Comprensivo “L. Fibonacci” esprime quindi un parere assolutamente negativo relativamente al Disegno di Legge proposto dal Governo Renzi e si unisce alla richiesta del ritiro immediato del provvedimento.

Il Collegio dei Docenti ritiene che altri dovrebbero essere i provvedimenti da adottare per migliorare l’istruzione pubblica statale, in grave difficoltà dopo i tagli molto pesanti subiti in questi anni: un forte investimento nella messa in sicurezza degli edifici e nelle strutture, a partire dai laboratori; l’allargamento dell’organico con la riduzione degli alunni per classe e l’estensione del tempo pieno; la stabilizzazione di tutti i precari che ne hanno diritto, a partire da quelli con più di 36 mesi di servizio, senza distinzione tra
categorie (come richiesto dalla sentenza europea); l’estensione della democrazia col rafforzamento degli organi collegiali.

Per attuare tutto questo il Collegio dei Docenti ritiene che, per rilanciare e riqualificare l’istruzione pubblica statale, occorrano risorse economiche aggiuntive, sottratte in questi ultimi anni da tutti i governi, per riportare la spesa dell’Italia in istruzione, formazione e ricerca ai livelli della media europea, cioè al 6%, come è espressamente richiesto dalla legge di iniziativa popolare “Per una buona scuola della Repubblica”, attualmente in discussione in Parlamento.

I docenti dell’Istituto Comprensivo “L. Fibonacci”

Il documento è stato firmato e approvato dalla maggioranza dei docenti in data 15/06/2015