Ultima modifica: 29 dicembre 2016
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Ultima modifica: 29 dicembre 2016

Il percorso sul consumo critico e sull’abbigliamento

Coinvolti gli alunni della 3A e 3E della Secondaria

Si è svolta nel mese di dicembre la prima parte del percorso dedicato al consumo critico e al settore tessile, nell’ambito del progetto didattico “Un diverso punto di vista sul mondo”. Gli alunni delle classi IIIA e IIIE della scuola secondaria, dopo aver approfondito in classe i temi legati alla globalizzazione e ai rapporti fra il Nord e il Sud del pianeta, hanno affrontato questioni connesse con la storia dei prodotti che acquistiamo, mettendo in rilievo i meccanismi di sfruttamento dei lavoratori che spesso si nascondono dietro di essi e che vengono subiti dai paesi meno sviluppati. I ragazzi in questo modo hanno capito che le nostre scelte quotidiane, come i nostri acquisti, possono avere importanti effetti, positivi o negativi, su molte persone, pur fisicamente lontanissime da noi.

E’ stato poi messo a fuoco il settore dell’abbigliamento, della produzione dei capi nei paesi del Sud, e della loro distribuzione a basso costo in tutto il mondo. A tale scopo è stata proposta la visione di un film-documentario, che illustra l’impatto che la moda a basso o bassissimo costo (la cosiddetta “fast fashion”) sta avendo sui diritti delle persone e sull’ambiente dei paesi dove i tessuti e i vestiti prendono forma.

Per condividere le loro riflessioni sul documentario, gli alunni hanno infine incontrato alcuni volontari del gruppo di Pisa di “Bilanci di Giustizia” (nella foto), ovvero una rete di persone e di famiglie che in tutta Italia porta avanti da anni iniziative di formazione e informazione legate al consumo critico e ad un equo uso del denaro. Stimolati da tali esperti, i ragazzi si sono lasciati mettere in discussione, hanno esposto le loro impressioni e avanzato alcune ipotesi di soluzione ai problemi presentati. Si sono assunti inoltre alcuni piccoli impegni a questo riguardo, in modo da imparare gradualmente, magari insieme anche alle loro famiglie, a fare scelte di consumo più ragionate e responsabili, ad adottare “buone pratiche” e a ricercare prodotti che provengano da una filiera del tessile giusta e rispettosa dei diritti delle persone e della natura: potranno così contribuire concretamente a costruire un mondo più equo e a tutelare maggiormente la salute nostra e del pianeta.