Ultima modifica: 5 dicembre 2019
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Leggere per fare Memoria

Pisa book Festival

“La vogliamo ringraziare per aver deciso sia di scrivere questo libro per i suoi familiari, sia di pubblicarlo, mettendolo a disposizione di tutti. Così lei ha aiutato noi giovani a leggere la tragedia della Shoah dal punto di vista di un sopravvissuto, in modo da rivivere insieme quell’esperienza.” Con queste e altre parole gli alunni delle nove classi terze della scuola secondaria Fibonacci si sono rivolti a Daniel Vogelmann, autore della “Piccola autobiografia di mio padre”, durante la presentazione del libro che si è tenuta a novembre nel corso del Pisa Book Festival.
Nel testo, lo scrittore ha prestato la voce a suo padre Schulim, che sopravvisse ad Auschwitz grazie al suo inserimento nella lista degli Ebrei salvati da Oskar Schindler.
Avere la possibilità di approfondire un tema così drammatico a partire da un libro e dall’incontro col suo autore ha dato sicuramente un respiro più ampio allo studio di questi eventi e per gli alunni ha costituito l’occasione per capire che dietro a quello che si legge sui libri di storia, che a volte può sembrare astratto, ci sono persone in carne e ossa e vite vere, vissute fino in fondo. I più di 200 ragazzi del nostro Istituto presenti, con l’atteggiamento di ascolto attivo avuto durante l’incontro e attraverso i loro intensi interventi, hanno dimostrato di aver colto l’opportunità loro offerta e di essere pronti a dare il loro contributo anche in futuro, per non dimenticare e fare Memoria.

Riportiamo di seguito altre riflessioni scritte dai ragazzi, in prosa o in versi:

“Incontrare il figlio di un uomo che ha vissuto sulla sua pelle la storia è stato molto emozionante e coinvolgente”

“Ci ha colpito molto questo libro, in alcune parti ci siamo commossi; anche le poesie dedicate alla sorellina Sissel sono bellissime”

“In queste pagine si capisce bene come tante vite felici con le leggi razziali del ‘38 vennero sconvolte. E’ difficile per noi accettare che tutto questo sia davvero successo. Possiamo solo cercare di immaginare la sofferenza che ci può essere stata in certi momenti, come quando Schulìm è stato separato per sempre da sua moglie e sua figlia”

“In questo libro abbiamo trovato anche energia e cose positive: secondo noi il testo è un inno alla vita, e la frase finale di Schulìm ‘ho sempre amato la vita’, che lui pronuncia nonostante tutto quello che ha vissuto, dimostra una grande forza.”

“Un messaggio forte è quello dell’importanza del ricordo: come dice Primo Levi, ricordare non deve essere considerata una possibilità, ma è un obbligo morale. Del resto questa è una necessità, perché vediamo che il razzismo ancora oggi non è sconfitto, anzi, e quindi noi dobbiamo impegnarci per opporci a ogni forma di discriminazione.”

“L’uomo con la valigia.
Ogni uomo ha una valigia, / una valigia che ama. / Una valigia di sogni / infranti e da costruire.
Ogni uomo ha una valigia, / una valigia che ama. / Nei momenti più bui / la stringe al petto. / Il ricordo riaffiora / ed il viaggio continua.
Ogni uomo ha una valigia, / una valigia che ama. / Nel momento della fuga, / nessun uomo può capire / quanto la valigia può aiutare.
Ogni uomo ha una valigia, / una valigia che ama. / Ma nel continuo scappare / anche il ricordo può svanire / ed ogni uomo soffrire.”

 

FOTO DELLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO

 

 

 

 

 

 

 

 

Articolo sull’incontro degli alunni della scuola “Fibonacci” con l’autore, pubblicato sul quotidiano “La Nazione”