Ultima modifica: 1 luglio 2019
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Ultima modifica: 1 luglio 2019

Un “Grazie” alla 3A e alla 3E che arriva dall’Indonesia

E’ appena arrivata la comunicazione del volontario italiano impegnato in Indonesia che collabora con la cooperativa “Meridiano 361”: Francesco Bruno ci ha scritto che, utilizzando i fondi raccolti (per la precisione 950 euro) con la cena di solidarietà promossa e gestita dagli alunni delle terze A e E, sull’isola indonesiana di Lombok, colpita dallo tsunami dello scorso settembre, verrà ricostruito l’asilo di un villaggio nel nord dell’isola. In particolare, saranno acquistati del materiale per il tetto, i contatori della corrente elettrica e dell’acqua, dei giochi per il giardino, un altoparlante con microfono, un computer, divise e quaderni. Tutto questo è stato reso possibile grazie all’impegno dei ragazzi di queste due classi: la cena del 30 marzo scorso è stata la conclusione del percorso multidisciplinare “Un diverso punto di vista sul mondo del lavoro”. Tale percorso è stato dedicato ai temi della globalizzazione e degli squilibri economici fra i paesi del Nord e quelli del Sud del mondo, mettendo in risalto le dinamiche sviluppatesi nel settore dell’abbigliamento e in particolare in quello della cosiddetta fast fashion, in cui vengono prodotti i capi venduti nei nostri negozi a prezzi spesso molto bassi. I ragazzi hanno avuto così modo di rendersi conto dei meccanismi ingiusti che regolano il mercato mondiale attuale: soprattutto nei paesi meno sviluppati, alcune multinazionali sono spesso responsabili sia dello sfruttamento subito dai lavoratori sia di un grave inquinamento ambientale. Grazie a Enza Villanti della cooperativa “Meridiano 361”, gli alunni hanno però individuato alcune possibili alternative a questa situazione: in primo luogo il consumo critico, cioè quell’insieme di buone pratiche che può portare ciascuno di noi a imparare a comprare ragionando con la propria testa, non solo seguendo quello che dicono la moda e la pubblicità, facendosi delle domande sulla storia dei prodotti che acquistiamo. Enza ha poi spiegato cos’è il commercio equo, di cui lei si occupa come cooperante, ovvero quella forma di commercio che garantisce un trattamento giusto per i lavoratori e il rispetto della natura nella filiera produttiva. E’ stata poi proposta una riflessione sul fatto che ognuno può trovare un suo stile di abbigliamento personale, originale, non omologato; da ciò è derivata l’idea di realizzare dei capi con le proprie mani, come proposta alternativa ai prodotti distribuiti nei consueti circuiti commerciali: secondo il metodo dell’upcycling, a partire da materiali di recupero, quindi anche nell’ottica della sostenibilità ambientale, insieme alle insegnanti di arte ogni alunno ha confezionato qualcosa di unico e personalizzato. Nel corso della cena, che è stato il “compito di realtà” conclusivo del percorso, i ragazzi sono stati i protagonisti assoluti: di fronte alle famiglie, parlando in italiano, inglese e tedesco, hanno illustrato i contenuti di questo cammino di formazione, in cui sono stati guidati dai docenti delle diverse discipline. Inoltre gli alunni hanno fatto un prezioso lavoro di volontariato, servendo ai tavoli le varie portate, animando la serata con canti, gestendo una lotteria di beneficienza in cui sono stati messi in palio prodotti del commercio equo. Al termine di questa articolata e ricca esperienza, durante la sfilata finale accompagnata dagli applausi dei genitori, hanno  mostrato con soddisfazione le magliette e gli altri capi da loro prodotti. Alla luce di tutto ciò, i ragazzi possono davvero dire che, per quanto dipende da loro, hanno contribuito a fare qualcosa di bello, e perché no, a costruire un mondo migliore.

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Di seguito, pubblichiamo alcune foto dell’asilo di Lombok, in ricostruzione, e della cena di solidarietà.